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30 aprile 2007

Divisioni e timori per le nuove armi non convenzionali


Alla vigilia dell'incontro del G8, Putin propone di sospendere l'applicazione per la Russia del trattato sulle forze convenzionali in Europa (FCE), provocando così una sorta di spaccatura tra all'interno delle organizzazioni internazionali. Nel suo messaggio annuo all'assemblea federale russa, Putin decreta unilateralmente una moratoria sull'applicazione di questo trattato per la Russia finché tutti i paesi membri della NATO non l'avranno ratificato e non l'applicheranno rigorosamente.
Una decisione questa che segue i continui contrasti dovuti al progetto dello scudo spaziale europeo promosso dagli Stati Uniti, che prevede la costruzione di un impianto antimissilistico in Polonia e di un radar in Repubblica Ceca, chiudendo così la Russia all'interno dei suoi confini. Putin ha così accusato gli Occidentali di moltiplicare le basi militari alle frontiere russe, introducendo al nuovo progetto piccoli Stati limitrofi rispetto alla Russia, come i Paesi Baltici, ma dimenticando la ratifica del trattato FCE sulla riduzione degli armamenti. La versione attualizzata del trattato sulla riduzione delle forze convenzionali in Europa (FCE) è stata firmata nel 1999 ispirata dal principio fondamentale del mantenimento dell'equilibrio delle forze: oggi tale trattato secondo la Russia è divenuto anacronistico date le pressioni degli Stati Uniti per la costruzione di uno scudo spaziale che si rivela essere un'arma più che uno strumento di difesa.

Il ritiro della Russia del FCE significherebbe, in effetti, che avrebbe il potere di decidere dello spiegamento delle sue unità militari, delle sue basi e dell'incremento degli armamenti considerando unicamente i suoi interessi nazionali, e non le disposizioni del trattato. Da questo punto di vista, tale dichiarazione ha senz'altro un certo impatto in termini di politica internazionale, ma praticamente non cambia nulla, in quanto questo documento non ha una reale forza giuridica. Allo stesso modo la Russia ha bisogno di creare un clima di assedio per rafforzare la sua posizione da antagonista rispetto al regime statunitense agli occhi della comunità internazionale.

Gli eventi economici e politici si stanno dunque avvicinando sempre più alle previsioni di analisti ritenute pessimistiche e catastrofiche: l'America sta pian piano perdendo la sua credibilità perché la sua forza economica è stata messa in discussione dall'avvenuto sorpasso economico da parte dell'Europa con un euro sempre più forte. La sua stessa forza militare viene considerata come fallita, perché la guerra in Iraq è ormai persa, mentre contro l'Iran vi è stata molta propaganda che ha rivelato una profonda debolezza dell'America. La retorica bellicosa contro l'Iran è sparita praticamente in quanto Bush ha autorizzato anche Condoleezza Rice a non boicottare più Tehran per poi entrare in trattative per la conferenza sull'Iraq ad inizio maggio.
Per portare dunque avanti questa guerra Russia e riaffermare in Europa la sua zona di influenza. L'America usa una strategia della politica interna, fomentando e finanziando una miriade di rivolte e di battaglie all'interno degli Stati cuscinetto su cui si combatte per ottenere il controllo di corridoi energetici. L'instabilità politica dell'Ucraina e il timore di un eventuale colpo di Stato, sono la prova della continua ingerenza delle forze occidentali che lucrano su una situazione di ingovernabilità degli Stati. Assistiamo agli stessi episodi in Estonia o nei Balkani, che fomentano malcontenti e rivolte cittadine che si traducono in scontri e guerriglie.
Così mentre divengono sempre più rari i punti di incontro tra Inghilterra e Stati Uniti, si intensificano le visite diplomatiche di Bush nei piccoli Stati dell'Europa Orientale. In questi giorni Bush è atteso in Albania, e il governo di prepara ad accogliere questa personalità come un evento del secolo.

Washington usa così questa posizione così decisa di Putin per creare una spaccatura all'interno della Nato e del G8, e fare così ulteriori pressioni per avere un largo consenso sull'impianto antimissilistico ABM e continuare la sua crociata per la conquista dell'area spaziale. Il sistema strategico di difesa antimissilistico è un fattore altamente destabilizzante, in quanto costituisce in sé una nuova arma "non convenzionale". Da tempo ormai la tecnologia laser e le operazioni nello spazio hanno consentito la creazione di piattaforme e basi spaziali che vanno a costituire con le forze di difesa terrestri un sistema di difesa-attacco integrato. Le basi terrestri infatti sono direttamente controllate da basi satellitari, dotati sia di sistemi di ricezione e trasmissione dei dati che di armi laser (SBL - Space Based Laser), in grado di intercettare e distruggere un missile sul territorio nemico dopo che sia avvenuto il lancio. Tale arma rappresenta dunque un elemento in grado di potenziare i sistemi di difesa ABM, e trasformarli da sistemi di difesa a sistemi di attacco.
Le armi laser sono ad un avanzato livello di sperimentazione, e non vi sono dubbi che i primi sistemi di difesa con laser sono stati utilizzati sia nella guerra del Vietnam che nella guerra in Golfo: sarà questa l'arma che creerà un nuovo equilibrio, basato sul controllo dello spazio militare.

27 aprile 2007

Una nuova legge per il controllo massivo degli immigrati


Arriva in Parlamento il disegno di legge di riforma alla legge per l'immigrazione per introdurre una serie di strumenti burocratici che abbiano lo scopo di garantire sicurezza ed efficienza ai flussi migratori. Le leggi che regolamentano l'immigrazione sono un'arma a doppio taglio e possono far divenire legale una tratta degli schiavi, per far sopravvivere un sistema capitalistico fallimentare. Non dimentichiamo le leggi immigratorie del secondo dopoguerra dei paesi del Nord Europa, che hanno finanziato la ricostruzione e il boom economico con la tratta degli immigrati dei paesi europei più poveri, come l'Italia. Oggi la storia si ripete e in Italia si realizza la grande contraddizione: un Paese con un elevato tasso di emigrazione, soprattutto tra le giovani menti, emana leggi per regolamentare l'immigrazione e fare così ad altri, ciò che a suo tempo è stato fatto agli Italiani.

Molteplici sono i lati oscuri e ambigui della legge. Il meccanismo dei flussi di ingresso sarà dettato da una programmazione triennale delle quote di stranieri e non annuale, stabilite in base ai dati sull’effettiva richiesta di lavoro, valutando anche i programmi di istruzione e formazione svolti nei Paesi d’origine e la sensibilizzazione sulla cultura dello Stato Italiano.
Inoltre, per i visti sono previste delle semplificazioni con una documentazione più snella da presentare presso le sedi consolari, mentre per le domande di soggiorno breve vi sarà una procedura accelerata. Obiettivo di fondo è quello di incentivare i flussi immigratori e con essi risolvere quei problemi di competitività dell'imprese, e di deficit delle casse dell'Inps, in modo da garantire il pagamento delle pensioni di oggi, ed escludere invece il pagamento della pensione di domani.
La quota del flusso immigratorio prevede delle oscillazioni per i lavori stagionali e quelli di eccessiva richiesta, e si traduce nella creazione di una lista a cui gli immigrati possono iscriversi a distanza, tramite la rete. Le liste potranno essere tenute presso le rappresentanze diplomatiche italiane o presso enti e organismi internazionali residenti all'estero. Nasce così una banca dati ministeriale con tutte le richieste di ingresso per lavoro e le offerte di impiego, che esisterà per un periodo transitorio fino a quando non entreranno in funzione le liste che si tradurranno così in un certo di raccolta e smistamento dei dati personali ed anagrafici delle persone che desiderano entrare. Uguale funzione hanno le regole per le espulsioni, perché gli immigrati che non possiedono i requisiti per rimanere in Italia possono godere del il rimpatrio volontario e assistito se collaborano alla loro identificazione .
Allo stesso tempo verranno stabilite delle misure finalizzate a incentivare il ricorso a strumenti legali per il trasferimento delle rimesse, in modo da tracciare i movimenti di denaro che escono dall'Italia al fine di studiare il reddito prodotto e quello che fuoriesce.
Alla luce di tali provvedimenti diventano sempre più chiari i motivi che hanno decretato gli scandali delle Agenzie di Transfer Money, e li stessi decreti anti-riciclaggio, che mirano a controllare i finanziamenti al terrorismo o meglio il movimento del denaro all'interno del circuito bancario.

Sul ruolo delle liste entra in gioco la figura dello sponsor, ossia di una sorta di garante che avrà il potere, accanto all'ufficio immigrazione, di far entrare in Italia immigrati in cerca di lavoro fornendo garanzie sul sostentamento e l’eventuale rimpatrio. Potranno essere sponsor enti e organismi istituzionali (Regioni ed Enti locali), associazioni imprenditoriali e professionali. Su questa norma sorgono leciti dubbi, in quanto un'associazione professionale o imprenditoriale può essere anche di copertura ad attività criminali di sfruttamento dell'immigrazione.
Viene creato inoltre un canale privilegiato per l’immigrazione di lavoratori qualificati, ossia cervelli e personale di spettacolo, che avranno come garante Multinazionali e Università: nasce così l'immigrazione di serie A e quella di serie B, perché mentre le persone che hanno avuto da sempre poche opportunità dovranno sottostare ad un regime di controllo più rigido, mentre le multinazionali avranno carta bianca nel gestire il flusso immigratorio.
Ampia discrezionalità è stata riservata alla tutela dei diritti degli immigrati che non riescono ad ottenere il rinnovo del permesso, in quanto se non sono in grado di mantenere un livello di sussistenza per almeno un anno, vengono espulsi. Basti pensare che i minori, familiari dello straniero che gode di un permesso di soggiorno, avrà diritto a rimanere in Italia solo se ha partecipato ai progetti di accoglienza e tutela gestiti da enti o associazioni pubbliche o private. In caso contrario verrà espulso, con la magra consolazione che potrà far ricorso al rimpatrio volontario e assistito.

Grande novità della riforma è l’attribuzione del diritto di votare o di candidarsi alle elezioni amministrative in favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno. Un diritto questo che sembra dare agli immigrati anche un diritto di cittadinanza alla pari a quella degli italiani, ma in realtà è solo un contentino per delle persone che non avranno mai una posizione di vero cittadino. Nasce così la nuova generazione di cittadini italiani: quelli che non hanno più origini proprie, che vengono risucchiati dalla strategia della globalizzazione, che pagano le nostre pensioni con il loro lavoro e le loro tasse, senza avere in contropartita pochi se non rari vantaggi. Probabilmente non avranno mai una pensione se rientrano nel paese di origine, potranno godere di un'assistenza sociale ridotta all'osso dalle poche garanzie degli ammortizzatori sociali, con il rischio che dopo anni di lavoro vengano espulsi perché non possiedono più i requisiti per il soggiorno. E così l'Italia, il Bel Paese, li sfrutta fin quando ne ha bisogno, e poi li espelle o li mette ai margini della società per ricordare loro che sono sempre degli stranieri, in terra straniera.

26 aprile 2007

Verso la Banca Universale


La trattativa tra Barclays e Abn Ambro è giunta ad una vera svolta, decidendo per dare vita alla maggiore fusione bancaria della storia. La quinta banca al mondo e la seconda d'Europa si chiamerà Barclays Plc: verrà creata una holding unica, con sede in Gran Bretagna, e la società avrà come piazza primaria per la quotazione del titolo la Borsa di Londra, mentre per quanto riguarda gli aspetti regolamentari, la centrale operativa sarà ad Amsterdam ma l’autorità di riferimento sarà la Financial Services Authority britannica e non più la Banca Centrale Olandese. È la più grande fusione tra zone di confine mai realizzata nel settore finanziario del vecchio Continente: un'operazione da 120 miliardi di euro che dà vita ad un giro di affari di 47 milioni di clienti. Per il suo gigantismo, questa nuova Banca, cambierà l'immagine della banca europea perché vi sarà la commistione tra le politiche di finanziamento e investimento britanniche ed quelle europee, con la possibilità di lanciare un'aggressiva politica concorrenziale. Molto probabilmente sarà il modello inglese a vincere, basato sulla politica dell'ampio finanziamento, per accentrare sul credito ogni forma di acquisto del cliente, e della banca virtuale, che non necessita di una struttura materiale molto estesa, ma di una semplice rete di uffici virtuali. Una delle prime decisioni da prendere sarà quella del taglio del personale, con oltre 23.600 di licenziamenti o reindirizzamenti da concentrarsi soprattutto in Spagna e Italia.

La fusione, osteggiata in un primo momento dalla stessa Banca Centrale Olandese, è stata incentivata dalla Commissione Europea che, nella persona del Commissario McCreevy, ha esercitato tutte le pressioni del caso per eliminare gli eventuali ostacoli all'acquisizione stransfrontaliera, dando così una bella lezione su cosa sia l'euro. Infatti l'euro doveva facilitare e incentivare la creazione delle grandi Banche pan-europee potenti, ma alla fine ha giovato, ancora una volta, ai britannici, che restano sempre al di fuori dell'unione europea. Le Banche Inglesi si rivelano più forti di quelle europee, che invece, a seconda dei casi, subiscono le dure conseguenze dell'applicazione della normativa europea.
L'accordo tra la Barclays e la Abn Amro è stato, in un certo senso, messo in sicurezza con una penale di 200 milioni in caso di recesso da parte della Abn, e,contro una probabile replica della Rbs-Fortis-Santander con una Opa ostile, è stato previsto una sorta di smembramento controllato, definito dai tecnici "spezzatino": Abn venderà a Bank of America, per 21 miliardi di dollari in contanti, la banca statunitense LaSalle, obiettivo primario di Rbs. Gli hedge fund TCI hanno fissato così all'ordine del giorno dell'assemblea di Abn la votazione del possibile smembramento della Banca Olandese. I fondi speculatici, nonostante siano una parte di azionariato minoritario, hanno giocato un ruolo molto rilevante in quanto hanno esercitato delle forti pressioni sul consiglio di amministrazione della Abn Amro per "ottimizzare" la gestione e migliorare i risultati.

Tra gli altri progetti post-fusione vi è la probabile vendita o ulteriore smembramento del ramo italiano. La Abn Amro infatti controlla la Antonveneta e possiede l'8,6% di Capitalia, quote che in un certo senso fanno gola agli inglesi della Barclays perché possono essere utilizzate per espandere la loro presenza in Italia, grazie soprattutto alla rete distributiva della Antonveneta. Per quanto riguarda Capitalia, si pensa che la posizione di questa banca all'interno del risiko bancario sia tale da garantirle comunque una certa indipendenza. Non possiamo qui dimenticare come Groenink uscì soddisfatto e divertito dalla sede della Banca di Lodi dopo essersi aggiudicato la partita di Antonveneta, grazie alla scoperta degli accordi tra Fazio e Fiorani per non perdere una Banca italiana. Allora una Banca privata vinse, grazie anche alla Magistratura e alle agenzie private di investigatori e servizi di intelligence parallele, su una Banca Centrale Nazionale, perché Bankitalia, oltre ad essere di proprietà delle banche, è anche una Istituzione Pubblica avendo potere di controllo ed esecutivo. Una battaglia per conquistare una banca è divenuta la fronda europea anti-Fazio: tutti infatti festeggiavano la caduta di Fazio, i nemici e gli amici di sempre, ignari che caduto un re sarebbe arrivato un reggente a fare gli interessi di un'altra lobby bancaria.
Per una strana ironia della sorte, però, Abn Ambro, dopo aver fagocitato la Antonveneta e causato la caduta del sistema politico bancario accentrato sulla figura di Fazio, finisce tra le brame degli Inglesi: il predatore è diventato preda, per quella strana legge del mercato bancario che rende le Banche grandi una mira più allettante di quelle piccole, per raggiungere l'obiettivo finale che la Banca Universale. Lo scenario dinanzi a noi è proprio quello della Banca Cybernetica, dalla struttura materiale sempre più inesistente, ma onnipresente con la sua rete di Banche capillarmente distribuite all'interno di ogni Stato, che farà così da centrale per la raccolta e lo smistamento di informazioni e del credito, che confluiranno poi in un unico centro di potere posto al di sopra degli stessi Stati. La fusione a cui abbiamo assistito, non è che un ulteriore passo verso questo obiettivo, in quanto vediamo nascere una Banca molto grande, potente, che si pone al di fuori della Comunità Europea pur avendo fruito di tutti i vantaggi che derivano dalla liberalizzazione e dall'appartenenza allo spazio paneuropeo.

25 aprile 2007

Emergenza idrica e privatizzazione dell'oro blu


Emergenza siccità e blackout sono i prossimi problemi che il governo si accinge ad esaminare, per varare misure straordinarie e far fronte al pericolo di crisi economia. Siccità e caldo minacciano produzione elettrica e agricola, e per tale motivo, dopo la riunione con la Protezione Civile, il ministero dell'Ambiente presenterà una serie di proposte tese soprattutto al risparmio idrico, mentre nella prossima Finanziaria si farà per l'acqua un'operazione analoga a quella fatta in questa Finanziaria sull'energia. Ricordiamo che in tema di energia sono state prese importanti decisioni, come liberalizzazioni che preludono la privatizzazione e lo smembramento delle reti. Allo stesso modo diviene ora obiettivo portante la messa in sicurezza e la risistemazione degli acquedotti. In altre parole si prepara una possibile deregolamentazione che darà la possibilità alle amministrazioni che hanno già creato delle multiutilities a dismettere completamente la gestione degli acquedotti, e a privatizzare così l'acqua. Questa decisione si preparava già da tempo quando erano in discussione le liberalizzazioni dell'energia e il riordino delle Authority, ma aveva incontrato delle ovvie difficoltà da parte dell'opinione pubblica e delle stesse autorità locali. Ora che si prepara l'emergenza idrica con la secca del Po' e il rapporto di Legambiente sugli sprechi e il furto dell'acqua, questa scelta sembra scontata e la meno dolorosa per le persone, che non possono rinunciare all'acqua.

E' da precisare che stavolta la crisi idrica non interessa l’intero paese ma praticamente solo le regioni settentrionali, ma questo non spiega perché l'ovvia conclusione del nostro governo è di privatizzare gli acquedotti. Il cambiamento climatico ha senz'altro compromesso l'economia idrica dell'Italia, ma vorremmo capire perché si parla di emergenza idrica e di grave crisi economica per il rischio di secca del Po', e non si parla mai di siccità e catastrofe ambientale per le regioni del Sud, che negli ultimi anni hanno subito una totale devastazione dell'agricoltura e degli allevamenti. Centinaia di piccole imprese sono fallite e in risposta lo Stato ha deciso per la privatizzazione dell'Acquedotto Pugliese, il più grande acquedotto del mondo. Non vorremmo che adesso da una parte le società elettriche, che si preparano a comprare energia all'estero, vanno a speculare sui costi a rialzo delle bollette, e dall'altra il Sud Italia subisce l'ennesimo furto delle sue risorse idriche. Il settore idrico è oggi non solo nelle mani degli enti locali con gestioni dirette, aziende speciali e S. p. A., ma anche a regioni (come l'Acquedotto pugliese e l'ex-Cassa del Mezzogiorno), e a società a partecipazione pubblica come Trenitalia, Enel, ed ENI. La prima tornata di deregolamentazioni ha dato vita a una serie di Spa che si sono sostituite alle aziende municipali, e sono divenute delle verie società di capitali che hanno effettutato fusioni e dismissioni, e perfino investimenti estranei alla gestione degli acquedotti che ne ha compromesso la stabilità, come è accaduto all'Acquedotto pugliese. Il prossimo stadio sarà quello di smembrare la rete tra produzione e distribuzione, per poi darla in concessione alle grandi società leader del settore. Prime tra tutte L'ACEA, che è posseduta per 2% dal consorzio Suez e Electralabel, e ha chiuso delle intese con Impregilo, (a sua volta controllata da Gemina, Fiat, Banca Roma). Poi vi è l'Eni detiene la maggioranza del capitale di Acque Potabili e l'Acquedotto Campano, mentre l'Italgas detiene l'Acquedotto vesuviano. Quando è stato costruito l'acquedotto pugliese (AQP), la Sogesid e l'Ente di Irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia, dovevano passare all'Enel anche in vista della costruzione di un acquedotto Albania-Puglia fu costituita Enel Hydro. Nel 2003 è stato infatti elaborato un progetto per la costruzione di un acquedotto sottomarino di 80 km tra le due sponde dell'Adriatico per portare in 150 milioni di metri cubi di acqua l'anno dall'Albania: il Consorzio Acquedotto Albania Italia (cui appartengono il gruppo ENI, l'Acquedotto Pugliese, l'Europipe France, Idrotecna ed altre primarie società), ha avviato da tempo l'iniziativa che rientra nel macroprogetto del "Corridoio Paneuropeo 8". L'investimento complessivo sarà finanziato interamente finanziati con project financing e con l'intervento degli Enti multinazionali.

Tale progetto è stato momentaneamente interrotto e messo nel silenzio, perché, stranamente, l'acqua sembra scomparsa anche in Albania, quando per anni è stata una risorsa ampiamente disponibile. L'Albania da un anno ormai è tormentata da una terribile crisi energetica che ha causato il fallimento di alcune centinaia di piccole e medie imprese, che si sono viste privare dall'oggi al domani dell'energia elettrica. Oggi si preparano per l'Albania una nuova gestione della Corporazione Elettro-energetica Albanese (KESH) e grandi progetti, dalle centrali idroelettriche a quelle termiche, fino al rigassificatore destinato a rifornire l’Italia. Sono confluiti così nei Balcani i fondi della Banca Mondiale e investitori italiani come Eni, Enel e Banca Intesa-San Paolo, che stanno invece finanziando il parco energetico di Fier con la costruzuione di un rigassificatore nel porto di Valona. Il governo albanese garantisce che il gas prodotto a Fier alimenterà le centrali termiche albanesi, ma vi sono molti dubbi che questo avverrà, in quanto molto probabilmente l'energia elettrica prodotta della TEC dovrà servire il gasdotto Ambo. Mentre dunque oggi guardano tutti al petrolio e al gas, il vero oro del futuro, ossia l'acqua, scompare a causa di strani fenomeni naturali, e la grande sfida del capitale finanziario nei prossimi mesi è quella di privatizzare e comunque destrutturare la presenza pubblica nel settore della gestione delle acque.

24 aprile 2007

Fuoco dal cielo e armi non convenzionali


Il cambiamento climatico e la siccità hanno provocato negli ultimi anni un aumento vertiginoso degli incendi che hanno distrutto ettari di risorse verdi della penisola. Senza escludere casi di incidenti, sabotaggio e attentati da parte delle mafie locali, gli incendi sembrano essere provocati anche da un "fuoco" che proviene dal nulla. Molti degli osservatori hanno parlato di eventi inspiegabili, che sfiorano il sacro e il profano, nel tentativo di spiegare l'autocombustione che colpisce le abitazioni e così le campagne. È ciò che è accaduto in Sicilia, dove la popolazione ha assistito a degli incedi che scoppiano improvvisamente e senza un'apparente causa: cavi elettrici ed elettrodomestici bruciano dall’interno, gli animali muoiono e le persone soffrono di malesseri cronici. Dalle prime indagini i fenomeni sembrano legati a particolari campi magnetici probabilmente legati ad esperimenti militari segreti o scientifici, provocando un bombardamento di onde elettromagnetiche che investono cose e persone.
A monitoraggio degli strani eventi è stata installata una stazione di osservazione della protezione civile per lo studio delle variazioni nei campi magnetici evidenziando l'esistenza innegabile di anomalie elettromagnetiche, in grado di influire sulla popolazione e sull'ambiente circostante.
Molte testimonianze hanno apertamente denunciato una strana attività elettromagnetica nei cieli, con dei lampi di luce che dal mare risalgono fino alla terra, e vengono preannunciati da guasti elettrici e malesseri fisici. Nonostante, tuttavia, le denunce e le postazioni di studio della strana attività elettromagnetica, le assicurazioni continuano a negare i risarcimenti perché li definiscono "eventi inspiegabili" non rientranti nel premio assicurativo.
Allo stesso modo nessuna indagine ufficiale è stata aperta da parte della procura, né alcuna interrogazione parlamentare è stata effettuata per portare all'attenzione delle Istituzioni questo grave campanello di allarme sull'esistenza di pericolosi esperimenti per la popolazione.

Ciò di cui si discute con riferimento agli strani eventi della Sicilia è in un certo senso una prova tangibile, e verificata dalla stessa protezione civile, dell'esistenza di strani ed oscuri esperimenti scientifici effettuati molto probabilmente per scopi militari. La trasmissione di onde elettromagnetiche viene attualmente realizzata, con riferimento ad uno dei progetti più conosciuti in tale campo, dai campi di HAARP. Negli anni Ottanta Bernard J. Eastlund, fisico texano del MIT di Boston, ispirandosi alle scoperte di Nikola Tesla, registrò negli Stati Uniti il brevetto n° 4.686.605 denominato "Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell'atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre", in cui descrisse come la ionosfera può essere utilizzata come "sistemi di raggi energetici", "esplosioni nucleari graduali senza radiazioni", "sistemi di rilevamento e distruzione di missili nucleari" e "sistemi radar spaziali".
Attraverso tali sistemi era divenuto possibile anche manipolare il clima, favorire o neutralizzare fenomeni distruttivi. Secondo le scoperte di Eastlund, sarebbe possibile dirigere la potenza di HAARP verso uno specifico punto della ionosfera creando un effetto riflettivo così potente da convogliare i raggi sulla terra con effetti devastanti: cambiamenti climatici, terremoti, vittime umane. Il progetto Haarp, nato nella mente di Tesla per trasmettere energia libera e gratis attraverso l'etere, è ora utilizzato dalle intelligence militari per creare dei privilegiati canali di comunicazione da una parte e l'altra del globo, e per sperimentare l'efficacia di armi non convenzionali. Gli Stati Uniti da tempo hanno ufficialmente annunciato l'introduzione di ‘Non Lethal Electrical Shock Weapons (Bio-Effect Weapons)’, ossia armi a microonde non letali, ossia in grado di bruciare gli strati sottostanti la pelle con danni che vanno da semplici scottature a ustioni dall'interno. In realtà abbiamo già visto queste armi in azione con la guerra in Libano e in Iraq, imputate alle armi batteriologiche o all'uranio impoverito.
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Qualcosa di ben più spaventoso viene progettato dalle forze militari degli Stati che si presentano come potenze mondiali indiscusse: gli Stati Uniti si preparano così a lanciare delle bombe elettromagnetiche in grado di distruggere ogni oggetto elettriche e rendere inerme la popolazione colpita questo flusso di onde, per poi lanciarsi alla conquista dello spazio e dell'etere. Oggi è già in atto la competizione per la conquista dello spazio del cosmo, in quanto questo può divenire sia un canale per ottenere e trasmettere energia, sia un'arma stessa da scagliare contro gli Stati canaglia.

Cosa stia oggi accadendo sul territorio italiano, nell'immobilismo delle procure e delle istituzioni, è un vero attentato alla sicurezza nazionale, in quanto sulla popolazione italiana vengono perpetuati degli esperimenti dannosi e pericolosi sia nel presente che nel futuro. Delle entità invisibili stanno oggi utilizzando l'etere come uno spazio di propria proprietà, violando ogni legge internazionale, la sovranità degli Stati e mettendo in pericolo la vita e l'esistenza dei popoli, che, inermi, assistono a questo etnocidio per garantire il perpetuarsi di questo nuovo ordine mondiale.

23 aprile 2007

La Francia pronta a cadere nella spirale del terrore


La Francia si prepara al secondo turno delle presidenziali che vedrà scontrarsi Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal, e si preannuncia già caratterizzato dalle indecisioni e le ambiguità di ogni elezione politica. Gli scandali e le grandi propagande che hanno preceduto queste elezioni, hanno preparato la Francia ad un probabile futuro governo fatto di ingovernabilità o di contrasti che potrebbero peggiorare ancora di più la situazione di malessere che le città francesi vivono. Oggi la Francia è uno Stato industrializzato e avanzato, i cittadini partecipano alla politica e si sentono direttamente coinvolti e responsabili delle scelte dei loro rappresentanti, tuttavia vige una situazione di forti contrasti, strumentalizzati dai politici e il più delle volte fuori dal controllo delle istituzioni stesse. Il ruolo della politica diventa così molto delicato in quanto un progetto di legge dà adito a manifestazioni che diventano rivolte, e questo perché la democratica integrazione dei popoli o società industrializzata, oggi è divenuto scontro di civiltà e insostenibilità economica. Deve così far riflettere il messaggio lasciato da Chirac ai suoi successori: "non scegliete l'estremismo, perché questo conduce all'abisso, è un veleno, lacera e distrugge". Parole che si rivolgono senz'altro al candidato Le Pen, che aveva accolto larghi consensi proprio grazie alla sua estremista posizione di rigettare la politica in generale e cominciare a dire "tutto ciò che si pensa, ma non si dice". Nicolas Sarkozy, dal suo canto, è un campione della lotta senza molti complimenti contro l'immigrazione illegale, e dell'integrazione, ed è iniziatore dell'idea di un nuovo ministero per l'immigrazione e dell'identità nazionale. Per questo ha lanciato una campagna elettorale abbastanza radicale contro l'immigrazione. Il risultato si è rivelato ambivalente. Da un lato, è aggiudicato i voti di elettori nazionalisti; dall'altro, ha aizzato ancora di più la tensione nelle periferie: questa è la chiave che aprirà a Sarkozy le porte dell'Eliseo. Ironia della sorte, lui probabilmente sarà il primo Presidente Francese di origini Ungheresi
Dà al suo popolo ciò di cui ha più bisogno, ossia sicurezza contro la criminalità diffusa, presenza dello Stato a difesa dei francesi contro gli abusivi, "la Francia ai Francesi" . Eppure Chirac aveva messo in guardia il suo successore contro una rabbia eccessiva nella lotta contro l'immigrazione che può portare un profitto elettorale a breve termine ma che è incapace di troncare il problema dell'integrazione.

D'altronde non è facile vivere in un Paese che per anni ha fondato il suo potere economico e politico sull'imperialismo, e oggi rifiuta i normali diritti che derivano dall'essere cittadino a persone che sono francesi a tutti gli effetti. Non lo è ancora di più se i suoi politici scelgono la strada della repressione e dell'autoritarismo per mettere a tacere delle proteste e dei cori di malcontento che sono soprattutto un segnale di allarme di una società malata che va verso la dittatura del terrore.
Oggi un francese con origini algerine o senegalesi non si sente un cittadino alla pari perché non ha accesso a quei canali che portano al benessere, e resta nel limbo, negli strati della società più dimenticati e sconosciuti. Vive nelle banlieues, ha un salario di sussistenza, non può permettersi scuole esclusive, non ha un'adeguata assistenza e sociale, e soprattutto, non viene considerato come francese. Vengono così incendiate le periferie, messo a ferro e fuoco un'intera città che risponde con le ronde punitive, la sorveglianza restrittiva, il coprifuoco: violenza risposta con violenza, fino a portare alla guerriglia cittadina. Non ci si è chiesti però cosa ha creato una situazione di invivibilità.La repressione di oggi è la scintilla del caos di domani, è assecondare quella formula del sabotaggio, del controllo delle masse mediante il terrore e l'impotenza. Ci prepariamo infatti ad una società che sarà governata dalla criminalità, indotta dal sentimento di impotenza delle persone che sanno di non avere armi a propria disposizione per far sentire la propria voce, soprattutto se vivono ai margini della società. A questo punto la sorveglianza elettronica, il controllo mediante le pulci e i chip saranno completamente legittimati e accettati dall'opinione pubblica.


Tuttavia, la Francia è un grande Stato, è un grande popolo che conosce le armi a doppio taglio del controllo delle masse, ha un sistema di informazione orizzontale e distributivo, e oggi lotta anche per riavere la sua sovranità monetaria. Per due lunghi mesi la Francia ha lottato contro il lavoro precario, ed è riuscita ad ottenere la revisione del progetto di legge.
In un certo senso conosce bene le debolezze dei suoi candidati e contro di essi è molto critica: sia l'informazione che la controinformazione si ferma sulle lacune di questi nuovi presidenti, che non hanno nulla dei vecchi Capi di Stato. Sarkozy, ministro degli Interni uscente, facilmente viene messo in difficoltà su questioni come il terrorismo, come il debito pubblico, come le tasse.
La verità è che la politica del partitismo non ha futuro, e sarà sempre più accentrata sui singoli uomini, e non sugli ideali. Chiunque sia il vincitore, andrà avanti sempre più la strategia del sabotaggio, del ricatto morale, del razzismo e della mancanza di opportunità per la massa, per creare così uno Stato onnipresente, che vigila con telecamere e chip sulla tolleranza dei cittadini.

20 aprile 2007

La monetica : il futuro è già dentro di noi


La rivoluzione telematica è ormai un fatto irreversibile che non si può fermare e che interesserà sempre di più tutti i settori dell'attività umana, ma sempre al servizio di chi avrà veramente il potere. Il mercato telematico è già una realtà, è nel nostro presente e il sistema monetario globale innestato su di esso sarà il veicolo per portare al controllo assoluto delle masse. La monetica, ossia sistema monetario telematico costituito dalle carte di credito e dalla moneta elettronica, ci può portare al dispotismo assoluto basato sul controllo dei database agendo in maniera invisibile ma inesorabile.
La moneta elettronica infatti è basato infatti su un sistema identificativo, su di una fattura telematica che esige la comunicazione di una serie di dati, parti riguardanti la transazione e parte di chi lo effettua, con tutte le informazioni che già possiede il canale bancario. Oggi l'utilizzo del contante consente di effettuare i pagamenti senza lasciare traccia sulla propria vita, ma quest'uso pratico e versatile della moneta oggi viene ritenuto un crimine, un reato, punito da migliaia di leggi anti-riciclaggio e anti-terroristiche. Per tale motivo si parla di pagamenti in sicurezza per quelli effettuati mediante il canale bancario, che effettua un controllo e un monitoraggio su ogni singolo individuo che intrattiene degli affari con la Banca: il denaro viene continuamente e costantemente tracciato.

Per creare il sistema della monetica si sono dovute realizzare determinate condizioni per farsì che avvenisse il cambio del sistema senza creare choc economici o resistenze da parte dell'opinione pubblica. Da questo nasce la guerra al terrorismo, Al queda, e altre strutture pericolose ma inesistenti perché servono solo a tener viva la paura e il terrore: la guerra per il controllo del petrolio è una conseguenza, perché il rialzo delle materie prime viene recuperato con l'aumento delle tasse, ma consente di poter ottenere maggiori dati dalle persone che si affidano allo Stato per la propria sicurezza. Il controllo del prezzo del petrolio serve ad evitare che gli Stati riescano a pagare i propri debiti, per usurare i popoli, ma rappresenta comunque una conseguenza della politica del terrore.
Si è dovuto realizzare una situazione di adattamento alla realtà sociale con minori contrasti tensioni o problemi, e una condizione economica tale da indurre che si tratti di un servizio reale per tutta la società geopolitica, un progresso del mercato e della società, e non un privilegio. Ciò che invece implica una certa esclusività o tirannia telematica è l'accesso ai dati che questo sistema consente di accumulare.
Esiste infatti un' archiviazioni di dati clandestina, che deriva dall'esistenza di una Tela costruita dal sistema bancario: le Banche centrali rappresentano dei punti di accumulazione e di smistamento delle informazioni e dei dati che derivano dalle differenti istituzioni e società private esistenti all'interno del territorio nazionale. Ogni Banca Centrale, all'interno della sua centrale rischi, riceve i dati provenienti dall'Amministrazione Fiscale, dalle Forze dell'ordine, dalle Assicurazioni e dalle Poste, e costruisce così una piramide. L'unione della Banche Centrali ha fatto sì che si potesse creare una "rosa" in cui ogni appendice fosse una piramide, e il centro sia il cervello, l'elaboratore a cui convergono tutti i dati per la elaborazione.
Non si tratta solo di database contenente informazioni economiche, ma anche politiche, biologiche, personali, potendo così manipolare la vita delle persone in maniera distaccata e fredda con la costruzione di una legge economica o di una formula finanziaria che consenta di ottenere maggiori profitti, sapendo le abitudini delle persone. La nostra vita è rimessa nelle mani di programmi che non vengono controllati né certificati onde vederne la rispondenza alle leggi dello Stato, e allo stesso modo né è possibile indagare su dei tessuti di potere talmente da nascosti da essere inespugnabili.
Quello che la Telecom stava facendo nient'altro era che una centrale rischi manipolata dalle lobbies per ottenere dei vantaggi a livello politico o economico: è ormai una battaglia persa, perché le telecomunicazioni italiane sono in mano ai Banchieri.
Il sistema della costruzione dei database fa capire per quale motivo l'Europa chiede che ogni Stato sia informatizzato per poter entrare nella Comunità Europea: perché senza sistema telematico non è possibile il tracciamento dei dati e dunque la creazione di base di dati da poter trasmettere.
Lo stadio finale sarà quello di creare una sola moneta telematica, a livello del WTO mediante il GATS che chiuderà così l'evoluzione della moneta: da elettronica, è divenuta europea mediante il SEPA, ossia il sistema unico di pagamento dell'euro, e poi diventerà globale. La moneta globale è quella che sta realizzando Paypal o le altre banche elettroniche, che trasformano la moneta bancaria in bit trasmissibili in ogni parte del mondo. Oggi tuttavia tale conversione costa ancora molto, e per tale motivo, l'evoluzione delle leggi dell'usura e delle liberalizzazioni elimineranno questi costi di trasformazione in virtù degli accordi tra gli Stati a rinunciare alla propria sovranità in nome delle aree di scambio comune.

La monetica, ha trovato applicazione nel campo della tecnica bancaria, ma è in realtà una scienza delle reti, derivante direttamente dalla cybernetica, che fa viaggiare informazioni (dati o moneta) come viaggia l'acqua. Chi governa le reti può decidere come viaggiare e in che forma, imponendo chi può averne l'accesso e chi invece ne deve essere escluso: solo coloro che avranno accesso alla rete sopravvivranno. Lì si installano le leggi e le punizioni per regolamentare l'accesso e la fruizione del servizio, rimanendone così usurati.
La moneta dunque non esiste, è una illusione, deriva dall'acqua, che è la vera fonte di energia, e l'usura deriva dalla rete, dal sistema che viene utilizzato per farla circolare: oggi, con la monetica, siamo passati da un sistema piramidale ad un sistema distributivo che può indurre all'usura chiudendo semplicemente l'accesso alla rete. Quali sono dunque oggi i veri banchieri?
Noi di Etleboro non combattiamo guerre perse, ma dobbiamo preventivare, se il fatto succede significa che abbiamo fallito, mentre abbiamo l'obbligo di dire quanto sta accadendo onde far capire alle persone in che modo agire di conseguenza. Noi siamo solo uomini che ci siamo uniti per creare una tela, dunque unitevi anche voi e costruiamo la nostra rete.

19 aprile 2007

Il crimine dei database bancari


La Etleboro incontra Federico Lippi, ex funzionario dell'Istituto Mobiliare Italiano,ed esperto di tecnica bancaria, avendo seguito per più di 25 anni le procedure per il finanziamento delle piccole e medie imprese. Federico Lippi svolge oggi un'attività di consulenza legale e finanziaria nelle cause contro le pratiche di usura e anatocismo delle Banche nei confronti dei singoli individui e delle imprese. Sulla base della sua esperienza ha così costruito un software, il CheckBanck, che consente di monitorare il corretto funzionamento dei conti correnti bancari, di ogni tipologia di credito prevista dalla L. 108/96, evidenziando così le distorsioni nelle pratiche delle Banche.

D: Cosa le ha insegnato la sua esperienza all'IMI?

R: Durante la mia vita e la mia carriera presso l’IMI istituto bancario Ente di Diritto Pubblico, ho visto l'Italia cambiare tre volte. Ho visto l'Italia del dopoguerra, ossia quella del boom economico in cui avevamo una bassa inflazione, e salari dignitosi che consentivano alle persone di risparmiare e investire, considerando che anche la Banche avevano una politica non usuraia, applicando gli interessi a calcolo semplice (senza capitalizzarli) e quindi senza l'anatocismo. Gli anni '70 sono stati quelli del cambiamento in cui l'Italia ha subito un'escursione deleteria: io lavoravo all'IMI e in prima persona ho visto come queste strutture invisibili piano piano hanno eroso e fagocitato il patrimonio italiano, tra terrorismo, usura bancaria, fino a terminare negli anni '90 con il saccheggio. Oggi vedo un'Italia in cui certi prestigi si conquistano solo danneggiando i terzi, in cui c'è il partitismo e non la politica urbis, e neanche le persone si affidano più a ciò che credono, ma percepiscono che qualcosa di anomalo governa le loro vite, e cercano in qualche modo di reagire. Siamo circondati dalla disinformazione di migliaia di specchietti delle allodole che distraggono l'attenzione e fanno perdere di importanza ad eventi che incidono sulla vota di ognuno, come possono essere le leggi bancarie e quelle in violazione della privacy del cittadino.

D: Cosa intende lei per strutture invisibili?

R: Alcune potente lobbies hanno preso possesso di tutto ciò che prima era dello Stato, le stesse hanno favorito e nascosto l'anatocismo. Dagli anni 80/90 all’interno del sistema bancario si privilegiarono direttive intese a non finanziare le PMI ma esclusivamente le grandissime società e quelle di servizi. Io ho sempre osservato, malvisto dai superiori, che questo è un serpente che si mangia la coda, e a furia di mangiare questo sistema si logora da solo dall'interno.

D: Qual è la situazione economica italiana secondo lei?

R:La famosa formula del Pil versus Spesa pubblica oggi non esiste, il Pil c'è se c'è denaro, se non c'è denaro, è inutile cercarlo, non c'è PIL. La moneta poteva essere l'oro, l'argento, ma oggi c'è solo questa moneta elettronica, che non permette più di quantificare il valore di una moneta e così di una nazione. Oggi si è persa la diligenza del buon padre di famiglia, anzi la diligenza straordinaria di gestire l'economia e lo Stato, e oggi è davvero assente.

D: Secondo lei ci avviamo dunque alla recessione?

R: Secondo me ci stiamo avviando verso la deflazione, che è molto più pericolosa perché va a svalutare la forza lavoro e le materie prime. Ciò che potrebbe innescare questo shock è la bolla immobiliare, ma in Italia non arriverà per colpa di ciò che accade in America. Occorre conoscere infatti la storia economica del Settore del Credito, e sapere che intorno agli anni '70 le Banche investivano molto nel settore immobiliare, in quanto avevano comunque la sicurezza della riserva aurea dello Stato garantita sino a quegli anni. Poi hanno scoperto che era più vantaggioso investire nelle grandi società, come Alitalia, Cirio, Parmalat, Danone, e così dismettendo le partecipazioni immobiliari hanno finanziato le società a partecipazione pubblica. Il settore azionario rispose bene a questa operazione, e così decisero di speculare sulle azioni delle società che loro stesse avevano finanziato. Hanno comprato in massa tutte le azioni delle società portando al rialzo i prezzi, e poi le hanno rivendute lucrando così sulla differenza. Poi le leggi sulla cartolarizzazione, che hanno permesso alle Banche di vendere i loro crediti in sofferenza, e quelle che hanno dato potere alle Banche di compravendere le azioni di diverse società anche se concorrenti tra di loro, hanno consentito loro poi di rimettere tutti i loro debiti al pubblico. Finita la loro tornata di alta finanza hanno rivoluto indietro le loro proprietà immobiliari, portando al fallimento le imprese solo per riprendere possesso degli immobili, tra case e stabilimenti. Ora non ci resta che dire: lasciamo pure che questo serpente si mangi anche la testa.

D: Qual è oggi la tendenza del settore bancario?

R: Nella corsa alla Banca Universale, le Banche di un certo tenore si sono accorpate per creare delle strutture grandi e con dei giochi di bilancio sono riusciti ad accorpare sistematicamente le altre piccole Banche . Oggi si teme che da queste operazioni di fusione si possa giungere a quella che è la Banca Universale: ecco cos'è questo serpente che si mangia la coda.

D: Lei pensa che i database siano un pericolo per la società?

R: I database sono una minaccia, e a mio parere non hanno neanche motivo di esistere, soprattutto quelli bancari: non sono umanamente concepibili. Oggi se non pago il mio debito, vengo iscritto alla Centrale Rischi (CRIF) e il mio nome sarà schedato anche se ho pagato il mio debito e se ho ottenuto una sentenza passata in giudicato a me favorevole. Una Banca può così iscrivere il mio nome anche solo per indurmi al fallimento e prendermi la casa. Alla fine le Banche possono essere insolventi ed evasori ed avere sempre dignità e prestigio, mentre il piccolo imprenditore sarà perseguito a vita. A questo punto credo che non sono i politici ad andare contro lo Stato o contro i magistrati, ma sono le Banche che vogliono mettersi al di sopra degli Stati. Oggi esistono, tra l'altro, molti database come il CRIBIT, il CTC, EXPERIAN, EXCELL, ognuno collegato all'altro ma tutti che confluiscono nella centrale rischi CRIF.

Checkbank

D: Dott. Lippi, perché lei ha creato questo programma per monitorare i conti correnti bancari?

R: Sono fermamente convinto che ogni giorno il cittadino e le imprese restano vittime inconsapevoli di una serie di abusi da parte delle Banche, che violano sistematicamente le leggi dello Stato e del codice civile. Usano un linguaggio contorto e difficile, con continui rimandi ad altre leggi, che non vengono mai riportate o spiegate, impedendo a chi legge di capire le clausole contrattuali: il sistema giuridico italiano ha più di 400 000 leggi, e non basterebbe una vita a conoscerle tutte. Tuttavia le Banche continuano a scrivere dei contratti con clausole vessatorie, e una volta che l'impresa o il cittadino le firma è obbligato ha rispettarle, e a veder violata la sua privacy senza alcun limite. Il principio che "la legge non ammette ignoranza" non è valido, perché nella Costituzione leggiamo che la legge non produce effetti nei confronti dei cittadini che non sono stati messi nelle condizioni di conoscere la legge e di capire a cosa vanno incontro: questa norma è stata stravolta e oggi con una semplice firma il cittadino perde ogni diritto. Le violazioni dunque sono tantissime e l'impresa o il cittadino non ha il tempo di studiare tutte le leggi, né di controllare la giusta applicazione per prevenire le truffe e l'usura. Per tale motivo ho creato un programma basato sulle leggi e le formule finanziarie che le Banche dovrebbero applicare e non fanno. Stiamo ottenendo così degli ottimi risultati, perchè è divenuto un valido strumento per produrre delle prove schiaccianti nelle cause contro l'anatocismo e l'usura: ormai il Checkbank è noto nel Transatlantico come il programma ammazzabanche.

D: Crede che il progetto della Tela di Etleboro riesca ad aiutare le imprese a combattere la disinfomazione e questo crimine invisibile?

R: Certo, in quanto questa iniziativa permette alle imprese di essere supportate da una struttura informata e ferrata in tutte le problematiche inerenti le loro attività comprendendo anche i rapporti spesso pericolosi con il settore del credito, senza sottacere la importanza di farle lavorare unite , mettendole in condizione di interagire tra loro, senza sovrastrutture anche burocratiche allo scopo di ottimizzare i prezzi e permettere ai piccoli e medi imprenditori di riacquistare la loro funzione e titolarità di motore principale della economia del Paese.

18 aprile 2007

Il sogno europeo dei Banchieri senza la Costituzione


L'Unione Europea non ha bisogno di una Costituzione, ma di un nuovo trattato costitutivo dell'Unione Europa meno ambizioso che non avrebbe bisogno essere sottomesso ad un referendum. Sono le parole di Tony Blair, che, durante un colloquio con il primo ministro Olandese, propone come soluzione per uscire dall'empasse del mancato accordo sulla redazione di una Costituzione Europea comune quella di ritornare all'idea di un trattato convenzionale che permetterebbe all'Europa di gestire più facilmente 27 Paesi, piuttosto che scrivere un trattato che abbia le caratteristiche di una Costituzione.
Un trattato infatti non necessiterebbe l'indizione di un referendum e sarebbe poi automaticamente incluso nelle condizioni per l'adesione all'Unione Europea senza un successivo consenso.
Non vi sono dubbi che il fallimento delle consultazioni nel 2005 degli elettori francesi ed olandesi, ha ormai dimostrato che l'idea di Europa intesa come istituzione politica è finita a tutti gli effetti, ma resta il piano di fondo da portare a termine. La soluzione inglese sembra essere un compromesso ideale ad ingannare l'opinione pubblica e la stessa controinformazione che non vuole la Costituzione Europea, in quanto si tratterebbe di perpetuare un sistema "dei trattati" che già funziona e che evolve con l'instaurazione di un regime decisionale accentrato nelle mani della Commissione. L'obiettivo infatti è quello di instaurare sempre un sistema burocratico accentrato nelle mani di organismi e di entità invisibili, senza tuttavia sollevare le polemiche dell'opinione pubblica che non concepisce di vedersi cancellare la Costituzione.
Le prime resistenze della popolazione francese hanno indotto così ad un cambiamento di strategia e di approccio nei confronti delle masse, ma non hanno intaccato l'obiettivo di fondo che rimane quello di cambiare il sistema economico.
Le parole di Tony Blair rappresentano dunque un vero attentato alla costituzione degli Stati che vedranno imporsi un'entità sovranazionale con poteri politici e giuridici, senza partecipare ad alcuna decisione eliminando con la ratifica di un ulteriore trattato il referendum. L'Inghilterra, dopo aver venduto l'America si ricorda dell'Europa, e tenta di insinuarsi al suo interno non come Stato membro che subisce le decisioni della Commissione Europea, ma come entità che vuole partecipare attivamente al suo governo, e per far questo deve ingraziarsi il favore della Francia.
La verità è che gli Stati non esistono più, li hanno distrutti ridicolarizzando le loro costituzioni, modificando la loro alimentazioni e le abitudini di vita, hanno diffuso il panico e il terrore, creando una massa di utenti iscritti in database gestiti da un unico elaboratore.
Esistono oggi delle zone di influenza territoriali che hanno portato alla dissoluzione degli Stati-Nazione, e un domani non esisteranno confini territoriali bensì la rete globalizzata all'interno della quale l'economia reale, le leggi e i cittadini si trasformeranno in dati elettronici. Esisterà una polizia informatica, e una giustizia informatica che agendo sul cybercrimine colpirà le attività economiche con danni e ripercussioni reali a tutti gli effetti.
Rientrano così in tale progetto la normativa per la creazione del SIS II (System Information Shengen), all'interno della quale confluiranno i dati biometrici della popolazione europea derivanti dall'identità elettronica attraverso l'RFID, quella del MIFID (Market in Financial Instruments Directive) , per la globalizzazione delle borse valori nazionali, e del SEPA (Single euro payments area). Quest'ultimo andrà a realizzare il mercato unico dei pagamenti, ossia un'infrastruttura finanziaria europea per la creazione di una zona di scambio per l'Euro nel quale far confluire tutti i pagamenti elettronici. Le strutture commerciali e legali per gli strumenti di pagamento sono sviluppate dal Consiglio Europeo dei Pagamenti (PEC), fatto su di banche europee e per i trasferimenti di credito diretto o con carta di credito.
L' Associazione Bancaria Europea (ABE) sta elaborando una Casa di Compensazione Automatizzata diretta europea (PE-ACH), attraverso l'affiliata per il Clearing della ABE stessa. Sarà dunque l'Associazione delle Banche Europee a offrire un servizio di compensazione e il sistema di cui hanno bisogno le banche per scambiare singoli pagamenti o gli addebiti transnazionali. In tale quadro si inserisce anche la prossima normativa per la liberalizzazione dello scambio dei registri degli insolventi, in quanto ogni settore finanziario dovrà convergere in un unico sistema informatico.
Le conseguenze dal punto di vista politico sono molto importanti perché anche se non sconvolgono il nostro sistema economico, portano a concentrare un'enorme massa di dati all'interno di organismi sovranazionali che agiscono così in maniera invisibile. Si verranno a creare all'interno del sistema dei bug, delle zone franche in cui le entità economiche scompariranno e gli scambi stessi non verranno più tracciati, mentre il singolo individuo sarà tracciato in ogni suo aspetto e movimento. Noi pensiamo che esista un capo, un potere centrale una mente che lo gestisce, invece è un sistema distributivo. Quello che noi chiamiamo potere degli Illuminati, Governo Mondiale, Rettiliani, le massonerie, sono strutture piramidali che circondano e controllano le masse, per possedere quello che è il vero potere, che si ottiene solo coordinando un intero sistema di entità satelliti.

Il governo è questa cybernetica che nessuno può capire usando gli strumenti convenzionali, perché è una nuova scienza del sistema, è il segreto che si nasconde dietro il simbolo della @ (et). Nessuno è in grado di spiegare l'origine di tale simbolo e sfidiamo chiunque a dare una spiegazione di tale simbolo. Robin Cook è morto in maniera frettolosa perché parlava di una cosa talmente sconvolgente, che detto in quel momento avrebbe pregiudicato la riuscita di tutto il piano. Se l'affondamento del Titanic è stato quell'evento traumatico che ha portato alla moneta flessibile, il crollo delle Torri Gemelle sarà l'evento che porterà alla moneta intellettiva, che è la negazione di quella flessibile, si installa su un sistema cibernetico.
Si può dunque capire che "al queda" e veramente un sistema terroristico, Al Queda è veramente Bin laden è un sistema cybernetico, è un modo di pensare.Ma purtroppo,il mondo vive di incidenti,strani e anche poco chiari,tutto il mondo si è mai chiesto che cosa sia la @?

17 aprile 2007

Banche e nuovi Banchieri per l'acquisto delle reti delle Telecomunicazioni

La vicenda Telecom sta assumendo un duplice risvolto perché se da un lato continuano le contrattazioni tra Banche e colossi delle telecomunicazioni per acquisire la partecipazione di controllo di Olimpia, dall'altro le nuove direttive comunicazione parlano di liberalizzazione dell'accesso della rete.
L'emendamento del Governo sui poteri dell'Autorità delle comunicazioni sarò inserito del Decreto Legge delle Liberalizzazioni o di riordino delle Authority, e andrà ad intervenire sul Codice delle comunicazioni conferendo all'Agcom il potere di imposizione, modifica o revoca delle concessioni statali. L'Autorità dunque continuerà a negoziare con Telecom ma se a fine anno non si arriverà ad una soluzione di comune accordo, potrebbe giungere da un provvedimento dell'Authority la decisione della separazione della rete.
Questo perché l'emendamento emesso dal Governo è comunque scritto in concertazione con la Commissione Europea, che, anche se non ha stabilito un limite temporale per la risoluzione del caso, ha definito l'obiettivo finale nella dDirettiva «Accesso» (Direttiva 2002/19/CE). Al fine di garantire trasparenza e non discriminazione si dovrà decidere per una separazione funzionale, ossia per la divisione tra la rete fissa e l'apparato dei servizi. Dobbiamo prepararci a mesi di trattative e polemiche, che affosseranno il diritto dello Stato di definire in maniera unilaterale le regole di telecomunicazione in nome di interessi strategici nazionali. Non dimentichiamo che in Germania, la Commissione Europea ha deciso di aprire una procedura di infrazione contro il governo tedesco che aveva concesso delle deroghe a Deustche Telekom in nome degli investimenti per la next generation network.
Le reti sono ormai considerate materia comune, anche perché in esse sfociano molti altri settori come l'informazione, i servizi bancari e finanziari, la televisione, il commercio e la produzione di servizi. Per aggiornare la rete italiana e renderla in grado di ricevere i servizi più avanzati, come tv in internet in alta definizione, telemedicina, infomobilità, videosorveglianza, occorreranno fino a 10 miliardi di euro, e il budget presentato da Telecom servirà a coprire solo le principali città.
Gli investimenti per rendere la rete fissa all'avanguardia con gli ultimi ritrovati delle tecnologie delle comunicazioni, anche se molto onerosi, apriranno comunque ad un mercato che non ha confini perché sarà la porta verso l'intero sistema economico. Si pensi all'esperimento della Microsoft che ha creato "Second Life" ossia un'isola offshore virtuale, al cui interno è possibile acquistare un account e creare una propria attività commerciale nonché offrire i propri servizi: è istituita una moneta locale che ha perfetta convertibilità con quella reale, dunque ciò implica che si tratta di una vera economia tenuta in piedi dalla falsariga della virtualità, ma con effetti materiali. Inoltre, la Cyberbank e la moneta elettronica aprono alle Banche un circuito finanziario che viaggia su dimensioni globali e invisibili, tanto che a quel punto cadranno anche i problemi inerenti alla definizione del valore della moneta.

Ciò deve far capire l'elevato interesse per la rete da parte delle Banche, che cercano di acquisire una partecipazione nella compagnia telefonica o ancora solo nella rete fissa. Tale opportunità di investimento si propone in un momento in cui le Fondazioni decidono di anticipare la conversione delle partecipazioni ( da azioni privilegiate a azioni ordinarie ) nella Cassa depositi e prestiti, preparando già un piano di investimenti. In esso rientra così in maniera automatica l'acquisizione della rete fissa di Telecom, che sarà disponibile con lo scorporo deciso dalla Commissione Europea non più tardi della fine dell'anno. Tale occasione non si presenta in maniera causale, perché sono già in corso delle trattative tra l'Acri e i responsabili di Intesa e Sanpaolo, e di Mediobanca. Questo dunque significa che questa rete, funzionale rispetto all'erogazione di servizi pubblici, molto probabilmente verrà finanziata dalle Banche. In essa vedono in futuro, la vera next generation network, che rivoluzionerà in significato della moneta, del lavoro, dei servizi.

L'ipotesi del rimodernamento della rete fissa potrebbe sembrare, tuttavia, un inutile investimento dinanzi alla prospettiva di costruire mediante una la nuova tecnologia 'senza fili' Wi-Max, una rete all'avanguardia al di fuori degli schemi dei cartelli delle multinazionali. Al momento molti analisti affermano che è improbabile che la rete Wi-Max si sostituisca alla rete fissa, ma noi crediamo, più precisamente, che questa verrà inglobata nel sistema di gestione e di controllo della rete fissa o mobile. Sul territorio nazionale sono già in corso le installazioni delle antenne per la trasmissione wirelless delle telecomunicazioni, finanziate dalle Amministrazioni Locali o dalle compagnie telefoniche stesse che attendono così il bando per l'acquisto delle frequenze sino ad ora utilizzate dalla Difesa. L'investimento richiesto per l'acquisto della licenza non sarà comunque disponibile a tutti, per cui si prospetta uno scenario molto simile a quello avutosi con la telefonia cellulare: la creazione di una rete di infrastrutture da parte di poche entità che la hanno utilizzata per creare poi un cartello sui servizi telefonici.

Qualunque sia lo scenario che si prospetti per le reti di telecomunicazione, tra dinamiche e contrattazioni anche a livello sovranazionale e comunitario, l'attuale evoluzione dell'economia porta alla liberalizzazione dell'accesso della rete ma ad una tariffazione maggiore per usufruire dei servizi. Si intenda, le multinazionali non hanno alcun interesse a pregiudicare l'accesso della rete, e hanno tutto da guadagnare con una rete disponibile alla grande massa a basso prezzo in quanto il vero business sarà costituito dai servizi che possono acquistare sulla rete.
In tale ottica va inquadrata la volontà della Commissione Europea di spingere verso una maggiore opportunità di accesso alla rete, in quanto la maggiore diffusione di tale canale consentirà di rendere più efficienti i controlli dello Stato, della Polizia Finanziaria, degli abusi del diritto d'autore, ma anche di tracciare le abitudini e le attività economiche di ciascun individuo. Allo stesso modo il prezzo per poter offrire la propria attività sulla rete costituirà il contributo, la tassa e l'interesse da versare al nuovo Stato.I nuovi Banchieri sono prossimi a prendere il controllo dell'economia, e questo mentre i media rivolgono tutta la loro attenzione ad altro: Beppe Grillo dà il suo show in Consiglio di Amministrazione, attaccando la Telecom e proponendo Skype come il futuro della comunicazione. Che sia solo un caso, o davvero i nuovi Banchieri si sono autoproclamati come valida alternativa alla nostra economia.

15 aprile 2007

Al Queda sequestra un contingente della Polizia Irakena

Un'alleanza armata sunnita, appartenente alla fazione irakena Al-Qaïda ha annunciato sabato di aver sequestrato 20 soldati e poliziotti iracheni, minacciando di ucciderli se entro le 48 non saranno soddisfatte le sue richieste. Lo rende noto attraverso un comunicato Internet pubblicando una foto estratta dal video che riprende l'intero contingente sequestrato.

Meno male che siamo andati via...

13 aprile 2007

La liberalizzazione della rete telecom per l'avvento della nuova generazione

La Commissione europea e il governo italiano hanno raggiunto un'intesa comune per procedere con l'emanazione di un piano legislativo per regolamentare il settore delle telecomunicazioni, e scorporare la rete dai servizi al fine di rispondere alla necessità di maggiore concorrenza tra gli operatori. Il piano di liberalizzazioni delle telecomunicazioni che andrà in vigore avrà degli effetti ben più complessi rispetto a quanto accade negli altri settori liberalizzati, essendo il settore chiave del sistema economico futuro.

La gestione e la concezione di questa liberalizzazione devono essere essere identificati da un regolatore indipendente sulla base di un'analisi di mercato, che decreterà in che modo andranno stabiliti i compensi e le condizioni di vendita anche a terzi operatori, che risiedono all'interno dell'Unione europea. Varrà stabilito il principio di concorrenza e di non discriminazione, con l'obbligo del proprietario della rete di fornire pari opportunità a tutti gli operatori. Su tali preliminari caratteristiche Bersani è già pronto a redigere una parte dedicata allo scorporo della rete, in modo da fra rientrare questa decisione del piano delle lenzuolate e far cadere in un unico calderone i provvedimenti per la liberalizzazione della rete, come è stato per la riduzione delle tariffe di ricariche e quelli.

Le telecomunicazioni che utilizzano il network, la rete così come la intendiamo tradizionalmente, sono già oggi in diretta concorrenza con gli operatori dell'Internet che stanno costruendo un sistema di comunicazione ben più efficiente e all'avanguardia con gli strumenti di information technology e di cybernetica che hanno digitalizzato e strandardizzato molti meccanismi che normalmente vengono offerti con una struttura integrata verticalmente. L'ingresso di questi operatori nei settori tradizionali delle telecomunicazioni, ha accentuato la crisi già esistente in un settore troppo accentrato nelle mani di monopolisti che hanno sfruttato la condizione di privilegio di avere la rete senza però accrescerla di servizi e di interfacce che potessero portare al salto di qualità. Operatori come Skype offrono un servizio ancora limitato all'internet mediante dei pc, ma sono già largamente utilizzati nei settori più avanzati, e si preparano a offrire dei servizi di telefonia sulla rete tradizionale, sfruttando la rete altrui e pagano un corrispettivo stabilito in base alle telefonate effettuate. Infatti non avendo una linea propria, ricorre a quella degli utenti che si collegano ad internet, ma il suo vantaggio competitivo non sta nel possedere la rete, ma nell'aver inserito al proprio interno dei sistemi di pagamento, di incasso e di rendicontazione automatici. Skype appartiene ad Ebay, che è titolare anche di Paypal, chiudendo così all'interno dello stesso gruppo servizi di telefonia-commerciali-Bancari che gli consentono di non limitare i propri affari alla comunicazione, ma di entrare nel sistema economico da leader. Con la smaterializzazione dei rapporti economici le transazioni fatte digitalmente online avranno un giro d'affari di gran lunga superiore al semplice traffico telefonico: la gestione internazionale della moneta elettronica viene perfezionata sempre di più mentre, sul piano legislativo, esistono oggi procedure specifiche e decreti ad hoc per disciplinare questo nuovo settore bancario. In tale scenario si inseriscono le società di telecomunicazione, che vedono ormai nella rete un peso economico perché ha bisogno di eccessiva manutenzione e di un ammodernamento completo, tale da necessitare di ulteriori e ingenti costi per renderla, ed è soggetta a svalutazione se si presta ad essere considerato dalla quotazione in Borsa della società.
Le nuove società di internet e di informatica si stanno proponendo in ogni settore che riguardi i media con offerte e prodotti sempre più vicini ai desideri della clientela, e dotati di leggerezza e snellimento burocratico, anche se poi molto probabilmente loro divengono la nuova burocrazia con cui combattere. Si pensi dunque ai progetti che sta portando avanti Google,per creare un sistema di creazione-compravendita- misurazione dell'efficacia degli spot televisivi, che si basano a loro volta sul database mondiale delle abitudini e delle esigenze delle persone, che vengono infatti tracciati sulla rete ad ogni movimento. I principi e il know-how acquisiti su internet saranno poi applicati nel concreto con lo studio delle persone dettagliato a preciso, in modo da fare una politica di marketing estremamente mirata.

La rete, dunque, era un elemento di forza della società che vedeva in essa una componente strategica in grado da garantirgli il monopolio assoluto su tali servizi, anche senza ulteriori investimenti negli anni. Tuttavia le esigenze cambiano e man mano i miti e i preconcetti devono essere abbandonati, e bisogna considerare gli aspetti positivi e quelli negativi, non della liberalizzazione della rete in senso stretto, ma dell'accentramento di determinati servizi nelle mani di altri monopolisti che useranno il loro potere facendo leva stavolta non sulla rete ma sulla disumanizzazione dei servizi e della struttura.

12 aprile 2007

L'Italia tenuta sotto scacco dai contractors


Gli avvicendamenti della Ong Emergency, trovatasi nell'occhio del ciclone dopo che le indagini sul rapimento del giornalista Mastrogiacomo, hanno gettato delle oscure ombre sull'attività diplomatica dello Stato Italiano. La mancanza di mezzi, l'incompetenza o l'infiltrazione dei servizi segreti ha spinto lo Stato Italiano a ricorrere all'intermediazione di una associazione umanitaria, per risolvere un caso di sequestro nel più breve periodo possibile, e salvaguardare la fiducia in Parlamento. Dopo che l'operazione sembrava fosse andata alla perfezione, sono stati sollevati i polveroni e le indagini perché evidentemente alcune delle parti che hanno preso parte a questo sequestro farsa hanno avuto da ridire sulla risoluzione del caso.
Tutto è partito dal governo afgano, che ha accusato Gino Strada di aver cooperato all'organizzazione del sequestro onde costruire una truffa ai danni dell'Afganistan: indignata di tali accuse Emergency, nella persona di Gino Strada, liberamente afferma che è stato pagato un riscatto da parte del governo italiano per la liberazione di Torsello, coinvolgendo direttamente i politici italiani accusati di non aver saputo far fronte a tale situazione.
La Ong Emergency così respinge le accuse e rilancia affermando che se erano transitati presso l'organizzazione, questi erano senz'altro i fondi destinati alla liberazione degli ostaggi. Lo Stato italiano, dunque, spinto dall'esigenza di chiudere positivamente la questione dei rapimenti, ha affidato la gestione del rapporto con i sequestratori, commettendo però il duplice errore di essersi esposto con una pessima reputazione, e di essere divenuto poi ricattabile dalle organizzazioni internazionali umanitarie. Alle accuse di aver esposto dei cittadini italiani ad un pericolo, si affianca quella di aver ritrattato la parola data a Gino Strada per risolvere questo caso, per imputare alla pedina più debole la responsabilità di una intera operazione, e salvare la faccia dinanzi all'America che non accettò volentieri la politica dell'Italia di trattare con i terroristi.
Questo rapimento è stato organizzato per tendere una trappola all'Italia, con la partecipazione probabilmente dal Governo afgano, dell'America che non può non conoscere e monitorare le azioni dei politici locali, e delle stesse associazioni internazionali umanitarie. A dimostrazione di ciò basta osservare il video trasmesso in esclusiva dalla televisione italiana, che mostra in una scena surreale il giornalista che cerca di vedere cosa accade, e i talebani che decapitano un corpo ma restano sotto gli occhi delle telecamere che riprendono tutto con delle immagini nitide e ferme.

-----Vedi il video-----
La cosa su cui occorre riflettere è il fatto che potrebbe scoppiare un momento all'altro una nuova crisi di governo se non verrà data una compiuta risposta alle accuse di Gino Strada e di Emergency. Non dimentichiamo che Mastrogiacomo è un giornalista di un media privato, mentre Gino Strada fa parte di un'associazione internazionale, che si è trovata coinvolta in questo tipo di sequestri troppo spesso: stessa dinamica, stessa modalità per risolvere il caso, stessi intermediari. Il cremlino, a tal proposito, ha emanato una legge che pone dei limiti molto restrittivi alle Ong estere, coinvolte nella tutela dei diritti umani, perchè teme che la crescente influenza delle Organizzazioni non governative, ampiamente considerate dai vertici politici russi come promotori clandestini delle cosiddette rivoluzioni colorate in Georgia, Ucraina e Kirghizistan, possa destabilizzare la situazione politica e sociale anche della Russia.

Nelle Ong è stato riciclato abbastanza materiale di intelligence, tant' è vero che sono uffici periferici, supportati dalla cooperazione italiana o da diverse conoscenze che vanno a fare di loro dei veri centri logistici. Ciò che accaduto a Gino Strada sembra in fin dei conti alquanto ingiusto, perché subisce le conseguenze di un intero sistema che marcio fino in fondo, e che di prende gioco dello Stato italiano: in questo sarebbe stato preferibile che il giornale Repubblica, che è un giornale privato, avesse pagato il riscatto per un suo uomo presente in una zona di guerra altamente pericolosa.

Non vi è alcun dubbio sul fatto che siano state utilizzate determinate strutture non governative per risolvere la grave situazione che si era venuta a creare anche nei confronti degli Stati Uniti, mentre i diplomati, sentendosi dei superuomini si presentano come dei rappresentanti dello Stato. Se siamo arrivati sino a questo punto è perchè si mente,giorno dopo giorno, dobbiamo ringraziare proprio questi personaggi che sentendosi tanto pieni di sé hanno anche venduto degli italiani all'estero, ratificando contratti che non stati più rispettati, e facendo ricadere la responsabilità in capo a coloro che non possono difendersi.
La gente però oggi è stanca delle storie di Al Quaeda, e dato che conosce la guerra sulla propria pelle, non accetterà più un gruppo di parlamentari, che vedono la vita dalla prospettiva del filetto di prima scelta sempre sul tavolo, e che poi siedono nell'arena del parlamento solo per dare spettacolo e sfogare le loro frustrazioni. I nostri politici, gli accademici e gli scienziati, pur vedendo il grave peggioramento della situazione politica non abbandonano la loro posizione. Conosciamo bene chi frequenta gli ambienti delle ambasciate, quelli che sono seduti dietro le scrivanie, con la giacca e la cravatta e si nasconde non appena si spara si rinchiudono gridando agli altri di resistere. Invece di punire i disobbedienti, annientano quelli che vanno a fare domande e cercano prove. Quelli che operano nei paesi extracomunitari sono riconosciuti da tutti, con quegli occhiali da sole e la giacca blu per darsi un tocco, parlando di geopolitica e di fantapolitica: sono il frutto delle multinazionali, così come gli ambasciatori sono degli agenti di commercio, mentre il sismi è un entità governativa solo sulla carta, perché si sono trasformati in contractors, al soldo dei potenti, intascando per il loro doppio lavoro da infiltrato migliaia di euro.

Una seria di attentati avverrà perchè noi pagheremo il prezzo che i serbi hanno pagato nei Balcani, ed è inutile che il Sismi grida e si nasconde dietro un dito, perché ha una responsabilità da portare avanti, e non può fare la vita dei codardi e degli irresponsabili.
Quella che è in atto all'interno del Mediterraneo è una vera strategia del sabotaggio che ha come obiettivo quello di destabilizzare i governi e di renderli deboli, gestibili dalle grandi lobbies.

Gli attentati ad Algeri e a Casablanca di queste ultime ore infatti, arrivano in un momento molto delicato per la spartizione delle zone di influenza e del controllo delle risorse energetiche, sollevando gravi dubbi sulla sicurezza e la stabilità di questi paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che rappresentano degli importanti partner per l'Occidente. Questo tipo di attentato è senz'altro di matrice occidentale, perché la Jihad si spiega quando si scontra contro un nemico da combattere, per cui si preparano degli attentati contro navi, porti o infrastrutture, ma non verso le persone. Si scoprirà infatti che rappresentano invece delle cellule terroristiche manipolate dai servizi segreti paralleli, che si nascondono dietro l'anonimato, dietro un signor internet ordina stragi tramite un internet caffè, cancellando poi ogni traccia visibile.
Queste manovre tattiche sopraggiungono poi in un momento che precede il periodo estivo, correndo il rischio di compromettere l'economia di questi luoghi, e gli accordi commerciali presi con grandi partner. Non dimentichiamo che Sonatrach, la società di bandiera del gas, ha troncato molti rapporti con la Russia, ma ha deciso di portare a termine con l'Italia il gasdotto Galsi, che attraversando parte del Mediterraneo giunge sino alle coste della Sardegna e prosegue nella Toscana. Una crisi politica in tali Stati potrebbe rivelarsi letale soprattutto per l'Italia che perderebbe un'ottima partner per l'importazione di Metano.

11 aprile 2007

L'opera di destabilizzazione dei governi dell'Est


Il Congresso Americano ha decretato con un'emanazione di una legge, il sostegno all'adesione dell'Ucraina e della Georgia alla Nato, assieme alla Croazia, la Macedonia e l'Albania. Il comunicato della Casa Bianca prevede di sbloccare dei fondi considerevoli da destinare alla partecipazione del bilancio militare dei paesi entranti dell'alleanza atlantica. Gli alleati alla NATO sono così invitati a cooperare con gli Stati Uniti per realizzare questo piano che porti all'adesione della Nato la molteplicità di Stati appartenenti all'Europa orientale e alla Asia centrale, che siano particolarmente meritevoli.

L'allargamento della NATO verso l'est rappresenta senz'altro una manovra delle potenze occidentali di destabilizzare lo spazio postsovietico, perché l'ingresso di alcuni Stati in particolare, e non in maniera indistinta, trascinerà poi una situazione in continua instabilità politica interna ai Paesi stessi. Tra i paesi destinati a fare il loro ingresso nella Nato vi sono infatti molti Stati che ricadono anche nella zona di influenza russa, perché ceneri del ex regime comunista o perché rappresentano dei preziosi partner strategici della Russia per il controllo e la distribuzione delle fonti di energia.
La decisione del Congresso coincide, non a caso, con le gravi crisi politiche che coinvolgono i governi dei Paesi candidati, in un continuo susseguirsi di scandali e di rivolte che vengono fomentate e poi strumentalizzate per assecondare le mire espansionistiche statunitense. Sembra evidente che esiste una regia di fondo a ciò che accade sulla scena politica perché si coordina perfettamente con l'evolversi della situazione geopolitica degli Stati stessi.
A tal proposito, quanto è accaduto in Ucraina rappresenta un caso esemplare di una surreale manovra sotterranea da parte delle lobbies occidentali per destabilizzare la situazione politica e compromettere gli accordi bilaterali con la Russia. In questi giorni l'Ucraina sta attraversando una profonda crisi di governo, che si è trasformata poi in un vero colpo di Stato da parte delle forze politiche appoggiate dagli Stati Uniti, in quanto come in un vero regime dittatoriale, il Presidente dell'Ucraina, non avendo una forte compattezza del Parlamento, ha decido di sciogliere le camere e di andare alle elezioni anticipate nonostante non ne avesse il potere, e contro il volere del Parlamento e della popolazione stessa.
Le scorse elezioni politiche, probabilmente viziate da brogli elettorali, videro assegnare un'incerta vittoria al partito filo-americano Yushchenko, spinta dalla grande rivoluzione arancione finanziata dall'America con circa 65 milioni di dollari: nell'impossibilità di formare un governo, è stato nominato premier il leader della opposizione filo-russa Yanukovich. A distanza di mesi, svanito l'entusiasmo della rivoluzione arancione, i problemi e l'ingovernabilità sono rimasti a ricordare la debolezza dello Stato dinanzi alle pressioni provenienti da forze esterne, sino ad arrivare ad una situazione di insostenibilità che ha spinto Yushchenko a decretare in maniera unilaterale lo scioglimento delle camere.
Tale decisione è stata tuttavia considerata dagli osservatori e dagli analisti un vero colpo di Stato in violazione della Costituzione Ucraina che non legittima il Presidente ad assumere una tale decisione senza l'accurata consultazione delle camere e il volere del Parlamento. Le strade della città sono state così affollate da forti manifestazioni a sostegno del premier, aspettando nei prossimi giorni le manifestazioni di risposta del partito di Yushenko, con il rischio che le proteste parallele sfocino in un confronto aperto, temendo che forze politiche estremistiche stiano pianificando di provocare scontri per costringere il paese a dichiarare lo stato di emergenza. In tal caso il Presidente avrebbe pieni poteri per poter accentrare nelle sue mani un potere di governo diretto, portando così a compimento il colpo di Stato che non è riuscito pienamente con la Rivoluzione arancione. La situazione è sembrata arrivare ad un punto di criticità tale che l'alto rappresentante dell'UE Javier Solana, è intervenuto chiedendo se fosse persino necessario un intervento militare per regolare la crisi politica nel paese, ma Viktor Ianoukovitch ha confermato la ferma volontà del suo governo di rispettare la Costituzione e le leggi ucraine e di evitare in ogni modo la scalata del conflitto.
Di ciò, sembra essere molto preoccupata la Russia dalle tendenze pericolose osservate nella politica estera degli Stati membri della NATO così come per la maggiore presenza militare dell'alleanza vicino alle frontiere russe, che temono un'estensione incontrollata di raggruppamenti militari e una minaccia diretta per la sicurezza e la stabilità dell'Europa tutta intera", letto si nel documento. Le ultime decisioni di dispiegare in Repubblica ceca ed in Polonia degli elementi della difesa antiaerea (ABM) americana provocheranno una nuova scalata della corsa agli armamenti ed anche una scissione dell'Europa a favore di quelle lobbies che di nutrono dei conflitti tra gli Stati per colonizzare. Particolarmente preoccupanti sono state considerate le intenzioni di Washington di stendere l'ABM al Caucaso ed all'Ucraina.
La Russia si vedrebbe chiusa all'interno dei suoi stessi confini, nonché minacciata, sia politicamente che economicamente vista l'opera di ostruzioni e di boicotaggio della rete gassifera di Gazprom. Oltre alla Polonia, alla Georgia e la Bielorussia, la stessa Ucraina, lo scorso febbraio, ha emanato una legge che vieta la vendita dei gasdotti, in modo da bloccare, di fatto, le aspirazioni della Russia all’assunzione di asset del gas.
In quest'ottica di lettura la crisi politica in Ucraina è stata provocata dalle forze che esigono l'adesione del paese alla NATO, ma potrebbe poi rivelarsi una fonte di cambiamento e aumentare l'importanza del Partito comunista ucraino.
Allo stesso tempo qualcosa cambia anche tra le fila iraniane, perché nonostante vengono riconfermate le risoluzione ONU sulla cessazione della proliferazione del nucleare da parte dell'Iran, Ahmadinejad continua la sua guerra di propaganda giocando al rialzo. A questo punto anche la Russia sembra aver preso le dovute distanze da tali dichiarazioni, perché da una parte invita l'opinione pubblica internazionale a condannare le parole dei Mullah e dall'altra si tira in disparte e aspetta la decisione dell'Onu, non sentendosi in grado di confermare lo stato attuale della produzione del nucleare a livello industriale, come invece affermato da Ahmadinejad. Evidentemente Putin sta studiando ancora il suo partner, sia per cercare di capire sino a che punto si spinge l'amicizia con l'America, sia per valutare le serie intenzioni di Ahmadinejad di collaborare alla costruzione di una Opec del Gas in cui il prezzo e le condizioni siano dettate da Gazprom e non dai produttori.

Ciò che sta oggi accadendo in Ucraina è semplicemente il sintomo o il caso più evidentemente del grave fallimento della politica dei Governi, che si rivela essere il bersaglio principale di propaganda, rivoluzioni e manipolazione delle masse da parte delle forze esterne. È ciò che sta accadendo in Italia, nei Balcani, e non dobbiamo ormai meravigliarci di nulla più oggi che la politica è fatta dalle lobbies che finanziamento le Organizzazioni Internazionali, i movimenti popolari e le rivoluzioni per destabilizzare i governi, ed impadronirsi del controllo in maniera semplice e breve.

10 aprile 2007

Nessun accordo sull'Opec del gas: trasformismo e divisioni


Doha ha ospitato la tanto attesa riunione dei quattordici paesi produttori di gas al mondo per discutere della creazione di un cartello del gas che rivoluzioni il mercato dell'energia.
I paesi esportatori di gas hanno deciso al termine della loro riunione a Doha di rinforzare la loro cooperazione in seno alla struttura informale che costituisce il FPEG, senza pronunciarsi tuttavia sull'idea di un cartello del gas sul modello dell'Opec.

Si preannunciava come l'evento che avrebbe decretato la costituzione formale di un impegno tra paesi esportatori di controllare in maniera congiunta il prezzo e la produzione del gas, ma si è rivelato tuttavia una semplice fase di un processo che non arriverà mai alla fine.
Si avverte tra i paesi produttori di gas una profonda spaccatura e degli attimi di esitazione soprattutto da parte della Russia, che si propone come Paese coordinatore del comitato di studi del mercato del gas, e dunque come pilastro portante dell'organizzazione di un possibile cartello. Molto probabilmente la riunione a Doha è stata caricata di grandi significati, e ha suscitato numerose polemiche in seno all'Europa e all'America che vedevano in essa un pericoloso attentato alla stabilità e alla sicurezza energetica degli Stati. Molta enfasi tuttavia derivava dalla forte propaganda dell'Iran, che è stato il Paese promotore dell'iniziativa insieme con il Venezuela, e dall'interesse espresso dalla Russia che si proponeva poi come interlocutore principale nei confronti dei paesi terzi.
La maggior parte dei componenti del Forum dei paesi esportatori di gas, come l'Egitto e l'Algeria, hanno sottolineato che questo progetto non sarà realizzabile prima di lunghi anni, tenuto conto il funzionamento particolare del mercato gassifero.
D'altro canto Argentina, Bolivia, Venezuela hanno già istituito un gruppo simile all'OPEC, l'Organizzazione dei paesi dell'America latina produttori ed esportatori di gas, che si occupa della politica tariffaria, e dunque in un certo sono già in parte indipendenti e fautori di un mercato del gas che sia una controparte dell'America. Il ministro iraniano del Petrolio, Kazem Vaziri Hamaneh, ha sottolineato che la proposta del cartello del Gas è un'ottima idea, ma occorrono molti anni ancora di lavoro e di organizzazione. Quest'ultima dichiarazione sembra la più strana, considerando che un anno fa fu proprio l'Iran a portare avanti questa iniziativa, insieme alla possibile creazione di una borsa del petrolio iraniana basata sul petroeuro. Oggi l'Iran punta il tutto per tutto sul nucleare e sembra che stia mettendo da parte l'idea di una creazione di un cartello del gas che abbia nella Russia un'entità coordinatrice e centrale di tale organismo. Dopo la crisi del Golfo di questi ultimi giorni, continuano invece le richieste dell'Iran di conquistare il diritto di proliferazione del nucleare, che forse ha deciso di andare da solo, di organizzare in maniera indipendente e autonoma la propria politica energetica ed estera, e per far questo sembra che abbia stretto delle collaborazioni tendenti verso l'alleanza atlantica, più che a quella russa.
Il Qatar, a sua volta, dichiara la necessità di un rafforzamento della cooperazione ed il coordinamento tra i paesi esportatori, ma raccomanda anche maggiore cooperazione coi paesi consumatori per garantire la stabilità del mercato mondiale. Ma il nervo della guerra sul gas potrebbe essere giocarsi proprio su questo, perché il Qatar sta appoggiando l'espansione di due basi americane, e cerca di evitare ogni confronto con Washington che si oppone al tentativo di Mosca di rinforzare la sua influenza geopolitica. Il Qatar inoltre ambisce a diventare il primo esportatore mondiale di gas naturale liquefatto nonché azionista di EADS, e si sta impegnando ad assumere una posizione di tutto rilievo all'interno del forum.
Si fanno sempre più vivi i dubbi degli esperti che rassicurano i paesi occidentali affermando che l'influenza dell'OPEC del gas sarà comunque meno importante di quella dell'OPEC, innanzitutto perché non esiste il mercato globale del gas, che necessita di essere trasportato principalmente mediante gasdotti, salvo l'introduzione del GNL che consentirà una maggiore liberalizzazione. Inoltre i produttori ed i consumatori dipendono molto uni dagli altri ed il gas estratto è acquistato abitualmente in base a dei contratti a lunga scadenza, ad un prezzo che dipende non dall'offerta e dalla domanda di gas ma dal prezzo del petrolio fissato dalla borsa.
Tuttavia, l'OPEC del gas non deve funzionare obbligatoriamente come quella del petrolio, perché i paesi esportatori di gas possono mettersi d'accordo non solo sulla riduzione o l'incremento dell'estrazione, alzando o abbassando così i prezzi, ma anche differenziando i mercati di sbocco o concertando un prezzo più elevato al momento della scadenza dei contratti, nonché facendo leva sul controllo del trasposto e della distribuzione. È in queste ultime fasi che si decide la vera monopolizzazione del mercato del gas, perché il trasporto è la variabile principale: una volta che si riesce a controllare queste due fasi della vendita del gas, nessun patto o contratto potrà vincere il potere del monopolista. La creazione del mercato globale, e dunque di una borsa del gas arriva in momento successivo, quando l'acquisto del gas in un modo o in un altro converge verso pochi paesi, che imporranno a questo punto la moneta di scambio.

Queste considerazioni preliminari possono meglio spiegare la politica che sta portando avanti la Russia, che non si è mai sbilanciata molto sulla possibilità di creare una opec del gas e si è impegnata molto sul fronte della creazione degli accordi bilaterali. Molto probabilmente la Russia si prepara ad assumere una posizione di leader tra i paesi esportatori perché, in un modo o in un altro, tutti hanno bisogno della sua intermediazione tra i grandi mercati consumatori e quelli dei produttori dell'Asia Centrale più isolati. Poi, tenuto conto del mancato incremento dell'estrazione a Gazprom e dell'aumento della consumazione dentro al paese, è meno importante allearsi ai produttori che essere in buoni rapporti coi consumatori. Per assicurarsi delle possibilità di esportazione, la Russia deve investire nell'estrazione e la produzione di gas liquefatto, e di conseguenza, non può accedere ai paesi consumatori che sono i principali investitori nel settore energetico mondiale.
È significativo infatti che la delegazione russa presente al Doha sia, quest'anno, per la prima volta imponente: sia Viktor Khristenko, Ministro russo dell'Energia, che il presidente del CdA di Gazprom erano presenti al Doha. Inoltre in attesa della prossima riunione che si terrà a Mosca, sarà sempre la Gazprom a dirigere un comitato di studio della fattibilità del processo di creazione del cartello, che dovrà così definire i metodi di fissazione dei prezzi ed elaborare un piano globale per gestire l'intera struttura del mercato del gas.

Mentre dunque si cerca di placare i timori dei mercati europei che temono una ritrattazione dei termini dei contratti di fornitura e dei patti bilaterali, la possibilità di creare un cartello del gas sembra essere ancora molto lontana a causa del profondo disaccordo tra i paesi leader nella produzione di gas. Molti di essi riescono ad essere completamente autosufficienti, come la Russia e il Qatar, che dispongono di un potere contrattuale insito nel loro potere politico, mentre altri cercano la propria indipendenza mediante percorsi alternativi, come l'Iran.
La diversità delle esigenze e della stessa situazione politica in cui sono coinvolti rende la ricerca di una soluzione comune molto difficile, considerando anche l'invisibile opera dell'America che, infiltrandosi nei diversi Paesi, sta provocando spaccature e conflitti che giocano a suo favore.